martedì 23 dicembre 2014

Papà, cos'è un Digital Champion?

guidando tranquillamente verso un comune della presila, mi sento chiedere da Martina seduta sul sedile posteriore:

"Papà...... cos'è un Digital Champion ? "

Dopo lo shock iniziale, di almeno 10 secondi, nel quale cercavo una risposta concreta, sintetica e comprensibile per la mia piccola, dopo flash di concetti che mi passavano per la testa.... digitale, Europa, Riccardo Luna, Open Data, PA, Associazione, Statuto, innovazione, Rete, Smart Cities, Coding,.......... e ORA ????? 

Mo da dove inizio ?

Se le spiego tutto.... non mi chiederà mai più nulla in vita sua e allora con apparente calma Le ho detto.

"  Ci sono persone che vogliono migliorare le cose in molti modi, per avere un futuro migliore, ecco, noi, nel nostro piccolo, pensiamo che se la gente conoscesse di più cos'è internet  e come poterlo utilizzare al meglio, potrebbe capire che possiamo costruire assieme un mondo migliore unendo le idee e le conoscenze di molte più persone anche a distanza. "

Allo sforzo immane nel sintetizzare il tutto in una versione più digeribile ad un bambino, seguirono pochi secondi dopo i quali mi sento chiedere 

"e quanti siete papà ?"

tranquillizzato dalla domanda più semplice risposi velocemente "ufficialmente sul sito siamo 297 poi saremo di più."

E lei senza pensarci tanto 

"298 papà, voglio aiutarvi"

Niccolò non tardò nel dire "299".


domenica 14 dicembre 2014

La vera innovazione

Parliamone, cosa cercate ? L'ultimo smartphone ? Cercate la nuova versione del tablet che avete al vostro fianco?Vi basta solo questo ? Pensate che l'innovazione sia solo negli strumenti? 

L'innovazione che intendo io, è quella che se usata bene porta a miglioramenti qualitativi nella nostra vita. Per carità, anche a me piace vedere nuove cose, vedere come vengono realizzate attraverso nuove idee, ma se si inizia ad  ammirare solo "il mezzo" si finisce per perdere la strada che dovremmo percorrere per arrivare al fine. 

Bene, abbiamo,  molta strada da fare e insegnare a come poter utilizzare al meglio gli strumenti che abbiamo e invogliare  a costruirne e inventarne sempre di nuovi.

Ho iniziato così dai miei figli, insegnando loro che non è una console di gaming a fare la differenza, ma come usare al meglio tutta la tecnologia a nostra disposizione.....


anche uno dei giochi che adoravo quando ancora non sapevo neanche il significato della parola "social"


Buon Natale tesori miei

venerdì 5 dicembre 2014

Violenze nel menu - Parte 2

Avete letto la parte 1 ? No ?


PARTE 2

Parlavamo della strana interview e del sogno che ha stravolto quel ricordo.
L'omino dei sogni si diverte e raccogliendo come input le immagini di violenza, le condanne per le violenze sugli animali, i femminicidi (termine che nemmeno il correttore riesce a digerire), il bullismo..... 

insomma sto per inoltrarmi su un sentiero minato. Il sogno inizia così:


Sono seduto ad una tavola rotonda e una donna si presenta come attivista nella lotta contro il femminicidio. "Ma sapete quante donne vengono uccise dai mariti o dai compagni e quante violenze devono sopportare in casa ? Bisogna dire basta e fare leggi più severe per un delitto di questa entità"

"Ma scusa potrebbero ribellarsi in qualche modo" - rispose il ragazzo a me di fronte - "gli animali invece non possono farlo, vengono uccisi alcune volte solo per divertimento.... quando capiremo che iniziando a rispettare loro inizieremo a rispettare noi stessi ?"

"Ma mi vuoi dire che un animale è più importante di una donna ?" - ribattè la prima - "Ma fammi il piacere, ma ti senti ?"

"Ragazzi a me dispiace ma sono i bambini che per prima dovrebbero essere salvati, sono il nostro futuro e non possiamo abbandonarli, e il telefono celeste dovrà esserci, e ci saremo."

"Si ma anche voi, mi fate ridere che non riuscite nemmeno a coordinarvi " - riprese l'animalista - " Se un marito violento picchia moglie e figli di chi è la competenza ? Avete una giurisdizione specifica ? Fatemi capire che questa cosa mi interessa."

Ed io intanto ero sempre più disgustato, ma cosa stavano dicendo ? E loro continuavano, continuavano fino a farmi intervenire per disperazione. Stavolta non sarei stato all'angolo a vedere giocare gli altri, questo non era più un gioco, facevano sul serio, e stavano esagerando.....


E' quello che succede ogni giorno, c'è un disperato bisogno di catalogare ogni forma di violenza, perché ? Perché una donna in tv chiede che le pene per i femminicidi (come odio questo termine) siano maggiori di un "semplice omicidio" (ribadisco semplice omicidio... bah).

Perché non si parla di violenza e basta ? Di un omicidio, di violenza sugli animali, della violenza psicologica che una donna fa all'ex-marito "lavorandosi" i figli, della lotta tra cani... perché non si combatte in sinergia  TUTTE LE FORME DI VIOLENZA ? senza perdere tempo a dar loro una classifica di importanza.

Fatelo fare ad un giudice; da gli anni di galera che ritiene giusti per la legge (e fateglieli fare tutti per favore) e cosi sia,   ma voi che siete al tavolo compreso tu MASTER che quando è iniziata la discussione non c'eri e sei comparso solo ora ...... perché anche quando giocate in gruppo giocate come un singolo ?



Sogni bizzarri!!!
Secondo voi qual'è la mia reazione quando su facebook mi ritrovo una frase come "se sei contro la violenza delle donne metti mi piace" ?


giovedì 4 dicembre 2014

Violenze nel menu - Parte 1

Avere l'influenza ha i suoi lati positivi, le coccole e un po di tempo per un post meno veloce.

Io, non di rado, sogno momenti di vita contaminati da input quotidiani e così riesco a viverli sempre in maniera differente, e quando mi capita su un episodio già particolare di suo con un tema forte come la violenza penso valga la pena raccontarlo.


Come dicevo, due sono gli ingredienti dell'impasto; il primo è semplice quanto difficile da trattare senza cadere nella retorica della non "violenza" , aggiungo poi un pizzico del mio bagaglio emotivo-analitico, con in aggiunta il secondo ingrediente segreto:

Un aneddoto della mia vita.

Appena laureato, ovviamente tanti anni fa, quando il mio curricula poteva essere mandato su un tweet (se avessi saputo cosa fosse!!), iniziai a fare il giro delle allora grandi aziende che erano in cerca di ingegneri elettronici, informatici o delle telecomunicazioni, sottoponendomi ad una miriade di colloqui. 
Le interview erano sempre diverse ed io, affascinato dalla cosa, ne cercavo altre per "IMPARARE" da loro.

Ci fu una grande società di Consulenza che allora si chiamava A... che poi negli anni cambiò nome in A... che adottava un metodo "alternativo".
Il colloquio si svolgeva attorno ad un tavolo tondo con altri 5 esaminanti e alla mia destra c'era l'esaminatore. Composto, capello perfetto, giacca e cravatta che emanavano degli strani luccichii di egocentrica superiorità.

Avevamo davanti un foglio bianco. Prima di girarlo e capire che era scritto dall'altro lato, l'esaminatore ci disse che avremmo dovuto parlare tra di noi e lui avrebbe osservato.

Un gioco di ruolo applicato al recruitment ? Che bello!! Sarebbe stato bello farmi studiare in questo modo e studiare a mia volta.

Il Master ( è così che si chiama la persona che regola un gioco di ruolo, ma non lo dirotta a suo piacimento se è bravo, detta le regole, "conduce" solo i personaggi non giocatori e tutte le interazioni con l'ambiente, imposta una storia di fondo ma poi lascia fare ai giocatori )
psicologo-recruiter diede solo queste indicazioni:

siete responsabili di area di una grande azienda e vi siete riuniti per decidere tra voi come spendere il budget deciso dall'azienda in beneficenza. Ognuno di voi ha un foglio dietro il quale c'è scritto il progetto, e i soldi per sostenerlo,  proveniente dalla vostra area geografica.

Un'asportazione di un tumore da una donna che non ha la copertura sanitaria (e qui si vede da dove proviene il modello ), un progetto per un' associazione  per un centro di recupero per bambini maltrattati, altri che non ricordo e poi, il mio, un progetto di un canile, tutti con costi diversi.

A quel punto aspettavo che il Master ci desse le informazioni fondamentali per continuare il gioco. Quali erano gli scopi dell'azienda ? Come ero arrivato a ricoprire quel ruolo, che rapporti avevo con gli altri colleghi, quali regole scritte o non dovevo o meno rispettare ? Insomma cosa che si imparano arrivando in un momento dove prendere una decisione.

Ma non disse nulla.

Per cui mentre guardavo gongolare la ragazza che le era capitata una scala reale servita nelle mani, mi accorsi che non volevo più giocare in un gioco senza regole, e non perché avessi solo un coppia di 5 in mano, ma perché non volevo essere il criceto della ruota.

Ho perfino evitato di sorridere quando il genio della situazione strappò un mezzo consenso dagli altri chiedendo di dare mezza quota per l'operazione (come se si potesse operare a rate) e l'altra a coprire gran parte del progetto per l'infanzia.

Assistetti al gioco degli altri. Non mi richiamarono. Come Mai ?


FINE PRIMA PARTE

seconda parte